le origini romane di Vigevano

La via Cesarea è direttamente annessa alle vie principali che collegano la città al territorio centrale in cui la ferrovia, l’ospedale civile, il pronto soccorso, il mercato settimanale e tutte le attività commerciali, compresi studi medici o dentistici, si trovano a pochissimi minuti a piedi.

I primi secoli di esistenza della originaria comunità vigevanese rimangono ancora avvolti nel silenzio, a parte un paio di scoperte avvenute, la prima nel 1500, mentre la seconda ai primi decenni di questo secolo.

Logica è la scarsezza dei reperti archeologici del periodo romano, dovuta al fatto che l’unica zona dove si sviluppò il primo centro abitato è occupata, sin dal 1200, degli edifici del Castello, cosa questa che non ha mai permesso l’effettuazione di scavi sistematici.

Logica appare anche la assoluta mancanza di documenti o di iscrizioni lapidarie sui quali appaia il nome di Vigevano, in quanto, il borgo non doveva avere un nome ben preciso, oltre alla comune denominazione “Vico”.

Gli unici rinvenimenti di cui abbiamo notizia, prescindendo da quelli effettuati nelle località del circondario, sono dunque costituiti da un tratto di strada a pavimentazione romana scoperto nel 1930 nel sottosuolo dell’attuale Corso della Repubblica, e da una lapide funeraria dissepolta nel 1500, mentre si stavano eseguendo dei lavori nel cortile del Castello.

Di questo ritrovamento troviamo notizia in Simone del Pozzo, il quale aggiunge alla lapide un breve elenco di altri oggetti di materiale marmoreo attribuibili all’epoca romana-imperiale.

Il testo della lapide riportava queste parole:

D.M.
STATILI T.F.
HONORATI
E.Q.R.EQ.P. FLAMM.CU.REIP.P.AUG.TAURIN.
STATILIUS SATURNINUS
PATER ER STATILIUS CASSIANUS
HONORATUS FILI

La lapide apparteneva alla tomba di un certo Flaminio Statilio Onorato, alto magistrato di Torino. Probabilmente la morte di costui, avvenne in un viaggio da Torino a Milano, o viceversa.

I congiunti del magistrato, che erano in viaggio con lui, provvidero a dargli degna sepoltura.
Nient’altro ci è dato a sapere.

Questa lapide, unita al tratto di strada romana, ci provano che nella zona occupata dal castello, i Romani, avevano allestito uno dei loro castrum, dotandolo di una guarnigione militare.

Tutto attorno, vi era quasi sicuramente un agglomerato di “capanne”, atte a ospitare agricoltori e manovali che per primi, iniziarono a dar vita a questa “comunità vigevanese ai tempi dei romani”.

 

Per saperne di più leggete l’interessante articolo pubblicato sul blog che ringraziamo: http://storiedilomellina.altervista.org

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